domenica 9 febbraio 2014

In attesa della
prima serata 2014
di OltreLaStoria

Cari amici di OltreLaStoria,
in attesa della prima verticale del 2014, uno sguardo ai mesi passati.

Torniamo a raccontarvi anzitutto dell'azienda Monsupello, che nel luglio 2012 ci aveva concesso il piacere e l'onore di degustare il Nature Millesimato 2002 "Carlo Boatti" VSQ, all'epoca ancora sui lieviti. Dopo la presentazione al Vinitaly 2013, dal 25 novembre scorso questo eccellente Metodo Classico è in commercio in un numero limitato di bottiglie (1280), numerate e commercializzate in astucci singoli.

Il Nature "Carlo Boatti" ha già ricevuto una segnalazione lusinghiera nell'articolo "Bollicine New Age" pubblicato sul numero di giugno 2013 del Gambero Rosso, e ha ben figurato nelle valutazioni delle guide.
Aggiungiamo qui una nota di Francesco Beghi.
"Quando un vino non è solo un insieme di sensazioni gusto-olfattive ma qualcosa di più: emozioni, ricordi, suggestioni. È il caso del Monsupello Nature "Carlo Boatti" Millesimato 2002, un unicum, un Metodo Classico d’Oltrepò Pavese prodotto in ricordo di un uomo che ha fatto la storia di questo territorio. Un vino che abbiamo avuto la fortuna di assaggiare in anteprima, sboccato à la volée, ancora sui lieviti, dopo dieci anni di riposo in cantina, e poi successivamente, dopo la sboccatura, più volte, trovando quell’intrigante, piccola differenza da bottiglia a bottiglia che caratterizza, in questo caso, i grandi, perché non viene meno il filo conduttore che le unisce l’una all’altra. La cuvée, come sempre, prevede il 90% di pinot nero e il 10% di chardonnay. Non è certo un 5% di chardonnay passato in legno, a differenza della cuvée del Nature non millesimato, a fare la differenza. La differenza la fanno quei dieci anni trascorsi sui lieviti, con una nota ossidativa che inebria, leggera e intrigante. Champagne. Sì. È banale, ma il confronto è inevitabile. Solo sulle rive della Marna gli artisti francesi riescono a gestire con magistrale equilibrio quella famosa - qualcuno direbbe famigerata - nota ossidativa, mantenendola per anni in sublime equilibrio sul filo senza farla decadere nell’ossidazione greve e pesante che sa di vecchio, passato, andato. E in questa Riserva la ritroviamo così, integra, emozionante, sfuggente, con il fascino femmineo di una fanciulla che si mostra per un istante ma non si lascia conquistare facilmente. E seguendo questa nota incontriamo la vena minerale che traccia il solco della degustazione, laddove il frutto e il fiore cedono consapevolmente il passo all’evoluzione e la finissima bolla introduce l’assaggio di una materia ricca, ampia, coinvolgente. La sciabolata dell’acidità che non ti aspetti duella con la maturità, l’emozione ti avvolge e quando il liquido dorato lascia la bocca sembra rimasto ancora lì, agganciato alle papille, a ricordarti la grandezza di Carletto e della sua terra."

Dal Metodo Classico passiamo al Buttafuoco. Le ultime due serate del 2013 ci hanno regalato belle emozioni grazie alle prove notevoli dei Buttafuoco della Valle Solinga. Oltre ai post del nostro Francesco Beghi (uno dei quali apparso anche sul Gambero Rosso on line), potete leggere altri due articoli dedicati al Buttafuoco Storico di Giulio Fiamberti, uno apparso sul blog Appunti di Degustazione e l'altro pubblicato su World Wine Passion. Ringraziamo Gabriele Scalici e Danilo Gatti per i loro appassionati e competenti racconti.

Infine, vi invitiamo a leggere su L'AcquaBuona il bel racconto della visita di Fernando Pardini alla cantina di Andrea Picchioni, conclusasi poi al Prato Gaio con la verticale del Buttafuoco Bricco Riva Bianca.

Roger Marchi e Francesco Beghi






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